Ghilarza
Ghilarza si trova nella parte centro-occidentale della Sardegna, in provincia di Oristano, facilmente raggiungibile attraverso le più importanti arterie stradali che collegano Cagliari e Sassari (SS 131) Nuoro ed Olbia (SS 131Bis). Conta circa 4.500 abitanti e si caratterizza per le sue case in basalto, addossate le une alle altre, con l’orto in prevalenza nella parte retrostante. E’ in continuità territoriale e abitativa con i paesi di Abbasanta e Norbello.
Il paese è ad un’altitudine di 290 metri sul livello del mare, nel vasto altipiano Abbasantese che dai margini della catena del Montiferru scende verso la Valle del Tirso. Ampie distese erbose caratterizzate dalla presenza di orchidee selvatiche si alternano, a boschi di querce e lecci, agli olivastri, ai mandorli e alla macchia mediterranea che custodisce testimonianze dell’epoca prenuragica e nuragica, fenicio-punica, romana e bizantina.
La presenza di corsi d’acqua e del fiume Tirso, la fertilità delle terre hanno, infatti, favorito fin dalle epoche antichissime gli insediamenti umani, riscontrabili dai numerosi nuraghi, domus de janas, tombe dei giganti, e gli scambi commerciali in epoca fenicio-punica e romana, di cui è possibile trovare ancora oggi resti di stazioni.
In epoca bizantina, nell’agro ghilarzese, sono state edificate numerose chiese sui resti di templi pre-nuragici e nuragici e, intorno ad esse, dei piccoli villaggi chiamati novenari, caratterizzati da piccole case dette muristenes: San Michele, San Giovanni, San Serafino e Trempu.
Del periodo giudicale Ghilarza conserva la chiesa di San Pietro di Zuri e nell’aggregato urbano, a breve distanza dalla Torre Aragonese, quella di San Palmerio.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, l’economia agro-pastorale di Ghilarza si trasforma in artigianale, soprattutto per la lavorazione della pietra, del ferro e del legno. All’inizio del Novecento la bravura degli scalpellini ghilarzesi, maistru de muru, supera i confini comunali e le maestranze locali vengono impiegate nella costruzione di opere pregevoli in numerosi centri dell’isola, di alcune città sarde come Carbonia e Mussolinia (oggi Arborea), della stessa diga sul fiume Tirso e per la messa in posa del lastricato della Piazza Rossa a Mosca.
Da allora l’edilizia continua ad avere un ruolo fondamentale nell’economia ghilarzese, assieme al commercio e al terziario.
Ghilarza è stata anche un attivo centro culturale fin dall’epoca giudicale; già nel 1200 la sua scuola permetteva di conseguire i primi livelli di istruzione.
Nella metà dell’Ottocento vengono fondati il Circolo di lettura, luogo di ritrovo dei notabili, e una delle prime Società di mutuo soccorso della Sardegna nata per volontà dall’associazione degli artigiani locali, e nei primi anni del Novecento il primo circolo femminile.
In questo contesto, le cui tracce sono conservate presso l’Archivio storico comunale, sono cresciuti ed hanno operato giuristi, medici, militari e diplomatici, studiosi e letterati.
Tra questi spicca Antonio Gramsci, il grande pensatore, ancora studiato in tutto il mondo, che a Ghilarza trascorse con la famiglia gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in una casa, ubicata nel centro storico del paese, trasformata in casa museo.
Vicino a Ghilarza sorge la frazione di Zuri, ricostruita nel 1923 dagli stessi abitanti dopo che il nucleo originario era stato sommerso dalle acque del lago Omodeo; la sua Chiesa di San Pietro in trachite rossa, in stile romanico, è stata ricomposta su un’altura con l’impiego dei materiali originali.