Dintorni di Ghilarza

Nei dintorni di Ghilarza il territorio è ricco di siti di notevole interesse, tra i tanti: il Nuraghe Losa, Santa Cristina e le terme di Fordongianus.

Nuraghe_Losa_Abbasanta
Il Nuraghe Losa si trova nelle campagne del comune di Abbasanta, in prossimità di Ghilarza. E’ facilmente raggiungibile dalla Strada statale 131, fra il chilometro 123 e 124, sulla destra per chi viene da Sassari e sulla sinistra per chi viene da Cagliari.
Percorrendo una breve stradina si arriva a uno dei meglio conservati e più importanti monumenti dell’architettura nuragica per il suo disegno organico, la compattezza dei volumi e la raffinatezza delle tecniche murarie.
Il Nuraghe Losa risale alla fase tarda della media età del Bronzo (XV-XIV secolo a.C ) e fu edificato con blocchi di basalto, pietra tipica della zona. E’ costituito da un mastio e da un bastione trilobato protetto da un antemurale e da un’ulteriore cinta muraria.
All’interno della cinta si trovano i resti di un grande villaggio nuragico con capanne circolari, il quale fu costruito successivamente al nuraghe a partire dal Bronzo Recente (XIII secolo a.C.) e fu abitato fino alla tarda età del Ferro (VII secolo a.C.).
Dopo un abbandono di diversi secoli, l’insediamento fu rioccupato in età punica (IV secolo a.C.) e riabitato ininterrottamente in età romana e addirittura fino al VII secolo d.C., come testimonia la presenza di urne cinerarie di età imperiale, scavate nella roccia basaltica e attualmente visibili nei pressi dell’ingresso dell’area archeologica.
Il sito è stato oggetto di varie campagne di scavo dalla fine dell’Ottocento alla fine del Novecento.

Pozzo_sacro_Santa_Cristina_Paulilatino

Santa Cristina è un santuario nuragico situato nel territorio del comune di Paulilatino, che dista meno di una decina di chilometri da Ghilarza ed è raggiungibile dalla Strada statale 131, che collega Sassari con Cagliari, al bivio segnalato da cartelli all’altezza del chilometro 114,300.
Il sito è conosciuto sopratutto per il pozzo nuragico con scala e volta a tholos, costruito con blocchi di basalto ben levigati e posizionati con precisione matematica e considerato come il più rappresentativo dei pozzi sacri presenti in Sardegna per la sua raffinata tecnica edilizia.
Risalente ai secoli XI-IX a.C., è circondato dal muro che delimitava il recinto sacro ellittico. Una lunga scalinata arriva sino al fondo del pozzo, dove ancora sgorga l’acqua sorgiva.
L’area archeologica è costituita da un nucleo comprendente il tempio a pozzo e la cosiddetta capanna delle riunioni, ben conservata con i sedi perimetrali e annesso recinto, e una serie di capanne d’abitazione più piccole. L’altro nucleo presenta un nuraghe monotorre e strutture abitative di varie epoche.
Il complesso comprende anche un’area sacra moderna, composta dalla piccola chiesa campestre dedicata a Santa Cristina edificata dai Camaldolesi intorno al XIII secolo e da una trentina di casette, dette muristenes, utilizzate dai fedeli nei nove giorni di preghiera e di festa in onore della santa, celebrata la seconda domenica di maggio.
Nel centro del paese di Paulilatino presso la sezione archeologica del Museo Archeologico-Etnografico Palazzo Atzori, ospitato in una casa padronale sette-ottocentesca, è possibile vedere reperti provenienti dagli scavi del complesso nuragico di Santa Cristina. Il Museo comprende anche numerosi oggetti di interesse etnografico che documentano la vita agro-pastorale nel circondario, di particolare interesse è “la stanza del pane”.

Terme_romane_Fordongianus

Le terme Forum Traiani si trovano a Fordongianus, situato sulla sponda sinistra della valle del Tirso, raggiungibile da Oristano percorrendo la Strada provinciale55 per Silì e proseguendo sulla Strada statale 388 in direzione di Simaxis e Ollastra. Dal centro del paese si prende la via delle terme fino a raggiungere l’area archeologica.
Il complesso termale, tra i più importanti della Sardegna, gravita sul sito urbano di Forum Traiani (da cui il nome Fordongianus), costruito in età medio-imperiale dall’imperatore Traiano come centro di mercato tra le popolazioni dell’interno e quelle romanizzate dell’entroterra del golfo di Oristano. Diventò un grande centro di scambi; all’inizio del IV sec. d.C. fu probabilmente elevato al rango di municipium.
Il complesso delle terme (le antiche Aquae Ypsitanae), che sfruttavano le acque che ancora oggi sgorgano alla temperatura di 54 C, si compone di due diverse parti, appartenenti a periodi diversi.
La più antica, risalente al I secolo d.C., ma utilizzata anche in seguito, è caratterizzata dalla natatio, la grande piscina che veniva utilizzata per bagni terapeutici.
Lo stabilimento termale del III secolo d.C., che si trova alle spalle di quello più antico e con il quale comunica tramite una piccola scalinata, è invece di tipo classico e si componeva di frigidarium, tepidarium e calidarium, ossia ambienti differenziati dove si potevano fare bagni freddi, tiepidi e caldi.
Recentemente per l’utilizzo delle terme è stato realizzato un apposito stabilimento e una struttura ricettiva.

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