Storia della Casa Museo

La Casa, oggi di proprietà della Fondazione Enrico Berlinguer, è stata acquistata nel 1965 dal PCI. Negli anni immediatamente successivi viene realizzato un primo intervento di restauro per trasformare la casa in luogo di incontri e dibattiti sul pensiero gramsciano, sulla questione sarda e sul movimento operaio. Viene intrapresa la prima raccolta di oggetti e cimeli provenienti dalla famiglia Gramsci di Mosca e di Ghilarza e di documenti sull’autonomismo sardo.

Nel 1967, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Gramsci, su iniziativa di Umberto Cardia, politico e protagonista nel dibattito sull’autonomia sarda, la Casa viene aperta al pubblico e diventa sede del Centro di documentazione e ricerca sull’opera gramsciana e sul movimento operaio.

L’idea di trasformare la casa in museo sostenuta dalle nipoti di Gramsci, Diddi e Mimma Paulesu – che, insieme alla loro madre Teresina, sorella di Antonio, sono state le instancabili custodi della memoria di Gramsci a Ghilarza – raccoglie l’adesione di numerosi sostenitori, uomini politici ed intellettuali di varia provenienza: tra questi l’antropologo Michelangelo Pira, importante esponente della cultura della Sardegna del secondo Novecento, noto per i suoi studi sull’identità e la lingua sarda, e l’archeologo Giovanni Lilliu, che ha riportato alla luce il villaggio e la reggia nuragica di Barumini, riconosciuti Patrimonio dell’umanità.

Nel 1971 la Casa diventa riferimento di un gruppo di intellettuali milanesi che si riuniva intorno alla Casa della cultura e alla Libreria internazionale Einaudi. Viene fondata l’Associazione Amici della Casa Gramsci di Ghilarza – Centro milanese, di cui fanno parte esponenti del mondo della cultura, del sindacalismo, dell’Associazione partigiani e della società civile di ispirazione democratica e antifascista; tra questi, Giovanni Brambilla (sindacalista, poi senatore), Paolo Grassi (Sovrintendente del Teatro alla Scala, fondatore con Giorgio Strehler del Piccolo Teatro di Milano) e Vando Aldovrandi (direttore della Libreria internazionale Einaudi alla Galleria Manzoni di Milano), che ne diviene il presidente e uno dei più assidui e convinti animatori per oltre un decennio.

È in quegli anni che, grazie all’Associazione Amici della Casa Gramsci di Ghilarza, si rafforza l’intento di fare della Casa un vero e proprio museo. Vengono quindi completati la raccolta di oggetti appartenuti a Gramsci e il palinsesto documentale. L’allestimento museale e il percorso espositivo sono affidati all’architetto e designer Cini Boeri e alla ricercatrice e studiosa gramsciana Elsa Fubini.

La Casa Museo viene inaugurata ufficialmente il 27 aprile del 1975.

La gestione della Casa Museo viene poi affidata all’Associazione Casa Gramsci–Centro di documentazione e ricerca, istituita nel 1982, che assicura l’apertura al pubblico e organizza le iniziative di promozione culturale fino al 1997, anno in cui cessa l’attività.

Nel 2000 la gestione viene assunta dall’Associazione Casa Museo di Antonio Gramsci-Centro di documentazione, ricerca e attività museali. La Casa viene riaperta al pubblico e continua ad essere motore di varie iniziative culturali per oltre vent’anni. Il fondo librario raccolto negli anni viene catalogato e confluisce nel Sistema bibliotecario regionale.

Dal 2014 La Casa Museo, d’intesa con la Fondazione Gramsci onlus e l’International Gramsci Society e il sostegno della Fondazione di Sardegna, inaugura la Ghilarza Summer School. Fondata e diretta da Gianni Francioni e Fabio Frosini, docenti delle Università di Pavia e Urbino, la scuola internazionale di studi gramsciani vede la partecipazione di giovani ricercatori provenienti da diverse parti del mondo.

Dal 2017 la Casa Museo è gestita dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci di Ghilarza onlus. Sono soggetti fondatori la Fondazione Enrico Berlinguer di Cagliari, la Famiglia Gramsci Paulesu, il Comune di Ghilarza, la Fondazione Gramsci onlus di Roma.

Divenuta con gli anni un importante centro di promozione culturale non solo per i sardi, Casa Gramsci ha visto avvicendarsi generazioni di volontari accomunati dalla passione di promuovere e diffondere la conoscenza sulla vita e sulle opere di uno dei più grandi intellettuali italiani, tra i pensatori del Novecento più studiati al mondo.

La Casa è stata visitata negli anni da cittadini, studenti, scolaresche, turisti, artisti e personaggi italiani e stranieri della vita politica e culturale.

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