La Casa

La casa di Antonio Gramsci si trova nel centro storico di Ghilarza, paese di circa 4.500 abitanti nella media valle del fiume Tirso in provincia di Oristano, nella subregione storica e geografica del Guilcer.

Antonio Gramsci ha vissuto qui dal 1898 al 1911, dai sette ai vent’anni. Era nato ad Ales, in provincia di Cagliari, il 22 gennaio 1891. Dopo alcuni mesi la sua famiglia si era trasferita a Sorgono e poi a Ghilarza, paese d’origine della madre Peppina Marcias. Ultimate le scuole elementari, dal 1905 al 1911, Antonio aveva frequentato prima il Ginnasio a Santu Lussurgiu, poi il Liceo classico a Cagliari.

Tornava a casa spesso, ogni domenica da Santu Lussurgiu, meno di frequente da Cagliari. Le estati le trascorreva sempre a Ghilarza. A 20 anni, nell’autunno del 1911, era partito per Torino dove aveva vinto una borsa di studio che gli aveva consentito di frequentare l’Università, dove si era iscritto alla Facoltà di Lettere. Era ritornato ancora a Ghilarza nelle estati del 1912 e 1913, poi per due brevi visite nel 1920 e nel 1924. Dal trasferimento a Torino fino al termine della sua vita – morì a 46 anni – ha vissuto in camere ammobiliate, alberghi, cliniche, pensioni, celle carcerarie. Questa di Ghilarza è l’unica vera casa che abbia avuto.

L’immobile era allora di proprietà di Grazia Delogu, la sorellastra nubile della madre di Antonio. Al tempo della sua infanzia e adolescenza, in questa casa vivevano dieci persone: la zia Grazia, il padre Francesco, la madre Peppina e sette figli: Gennaro, Grazietta, Emma, Antonio, Mario, Teresina e Carlo.

La casa è una costruzione dei primi dell’Ottocento in basalto, pietra d’origine vulcanica spesso utilizzata nelle tipiche abitazioni della Sardegna centrale. Ha un aspetto semplice e dignitoso, si sviluppa su due piani, l’unico elemento decorativo della facciata è rappresentato da un balconcino con ringhiera in ferro battuto.
L’interno, in buono stato di conservazione, è suddiviso in 6 camere, 3 al piano terra e 3 al piano superiore, ed è ora destinato a Museo. Il collegamento tra i due piani è ancora assicurato da una scala, posta nella posizione iniziale, e la successione degli ambienti rispetta quasi interamente l’originaria destinazione ad abitazione. Nel cortile retrostante, che conserva ancora il selciato con le aiuole delimitate da sassi e tegole, si trova una piccola costruzione, detta sa ‘omo ‘e su forru (la casa del forno).

Gli interventi di ristrutturazione che nel tempo si sono succeduti non hanno di molto alterato la struttura dell’immobile, che ha mantenuto nel complesso l’aspetto delle origini.

La casa, il paese di Ghilarza, il territorio circostante hanno rappresentato per Antonio Gramsci luoghi di memoria e di affetti cui è tornato più volte con note di struggente nostalgia. Sono ambienti descritti nelle Lettere dal carcere e nei Quaderni del carcere o nella memorialistica dei primi biografi.

Quanti non avessero familiarità con questi scritti troveranno nel Museo il riferimento ai passi delle opere in cui quei luoghi sono rievocati.

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